Enrico

All’età di 15 anni nonostante fossi stato un buono studente, pieno di sogni e sportivo sino a sfinirmi ho pensato bene che le ragioni per cui dovevo esistere erano troppo poco emozionanti ed edificanti. Quando pensavo al mio futuro mi sentivo imbrigliato in uno schema preconfezionato tanto che mi faceva venire la nausea. Credevo che tutta la mia vita fosse indirizzata verso il diploma, un lavoro, una fidanzata, moglie, mutuo sulla casa, figli, pensione e morte, decisi quini di far finta di essere una vittima e vivere irresponsabilmente una vita “libera”.

Io non sono mai stato d’accordo, nemmeno quando ero in una condizione di mezzo zombie, con tutte le teorie che vedono responsabili i genitori, le condizioni sociali, ecc… Sì, sono certo che una famiglia è importante come è vero che la scuola svolge un ruolo molto forte sulla formazione mentale di un ragazzo, ma alla fine è la persona stessa che ha il proprio potere di scelta.

A 15 anni ero già partito verso un destino fatto di cose orrende, alcol e marijuana si sono mischiati all’ebrezza del sesso che allora era anch’esso una nuova esperienza, poi… per farla breve… mi buttai sull’eroina.

A 17 anni ero già stato in ospedale per epatite virale ed in carcere minorile per essere stato coinvolto in intercettazioni telefoniche riguardanti l’acquisto di eroina per uso personale.

Come in tutte queste storie ci sono dolori di una madre che si sente completamente in “colpa” per ciò che accade e i vani tentativi di mio padre di aiutarmi.

…e poi soldi rubati in casa, dai nonni, dagli amici, bugie, tradimenti… insomma tutto il clichè standard di una vita da tossicodipendente che deve trovare 200.000 Lire al giorno per “vivere”.

Le cose iniziarono quindi ad andare anche peggio. Tre elementi si aggiunsero a questa scena: i miei amici iniziarono a morire ed io un po’ con loro, lo spettro dell’HIV piombò nella realtà quotidiana, senza toccarmi personalmente ma colpendo diverse conoscenze, e “l’aiuto” della psichiatra con il metadone, grande invenzione se pensate che sino ad allora ero tossico a metà con quel supporto lo ero divenuto totalmente.

A 18 anni mi telefona il fratello maggiore di un mio amico e mi invita a visitare un Narconon. Mi parla di un bel gruppo eccetera eccetera. Lì per lì presi l’occasione per vedere se potevo farci saltare fuori un po’ di soldi, mio padre pendeva dalle mie labbra e solo il fatto che fossi disponibile ad andare per una visita lo convinse a “sganciare” 400.000 lire con la scusa che in nessun altro modo avrei potuto affrontare il viaggio… pazzesco!!

Quando sono arrivato al Narconon devo dire che immediatamente ho trovato un ambiente rassicurante, nulla era come me lo ero immaginato, guardavo le persone che erano sul programma e faticavo per alcune a riconoscere i segni somatici che contraddistinguono un tossicomane.

In breve decisi di rimanere e furono due cose ad essere determinanti per la mia scelta: la prima era la qualità della comunicazione, persone che parlavano con me, e la seconda era la classe dove si studiava… quella visita e quelle poche righe trafugate gironzolando tra i tavoli avevano riacceso in me la sete di sapere, di conoscere. Così decisi.

Ho fatto l’intero programma in un luogo chiamato Castello e di fatto lo era, un castello del 1200 DC. Il programma di studio, la conoscenza dell’etica, gli esercizi di comunicazione, le saune… tutto ha contribuito non solo a sospendere l’assunzione di droghe, (che dopo una settimana di assistenze e vitamine erano già parte del passato) ma anche a ricostruire il presente e affrontare tutti i fantasmi lasciati per strada, tutti i cocci rotti da mettere in ordine. Una grande confusione che in 9 mesi, pezzo per pezzo ho messo in ordine  lavorando sufficientemente bene da sentire di aver guadagnato un po’ di rispetto per me stesso.

Sono rimasto ad aiutare per un altro anno, ho visto e toccato con mano una quantità di realtà così diverse e così dure che potrei scrivere un libro…poi ad un certo punto ho deciso e mi sono ributtato nella mischia tornando a casa.

Cosa trovai…

Quando esci da un luogo in cui hai cambiato le tue idee e non sei più come prima, spesso non trovi questi cambiamenti intorno a te, soprattutto nel luogo dove hai vissuto e dove ne hai combinate di tutti i colori. In realtà nel mezzo di qualche sporadica isola di amore trovi sfiducia, scetticismo, rancori… trovi te stesso come eri.

Al tempo feci tesoro dei pochi ma grandi insegnamenti appresi, sapevo che la mia dose di positività avrebbe presto raggiunto un esaurimento in un ambiente ostile  e quindi feci una temporanea disconnessione da quell’ambiente e mi trovai un lavoro in un’altra città.

Questa è stata per me una mossa vincente perché ho avuto modo di crescere, di acquisire una “rispettabilità”, di provare a me stesso di essere utile alla società e di giocare con la vita nel modo corretto. Mi sono fidanzato e poi sposato e nei 5 anni successivi sono entrato in società nell’azienda dove lavoravo.

In quegli anni ho avuto modo di entrare ed uscire più e più volte nel mio passato andando a trovare la mia famiglia e qualche amico rimasto ed ho potuto valutare con calma ciò che era corretto mantenere e cio che non lo era e da li in poi la mia vita ha spiccato il volo.

Adesso ho 47 anni, vivo in Florida, ho un buonissimo lavoro, casa, famiglia e da qualche anno faccio ciò che mi piace veramente.

La cosa davvero importante che tengo a comunicare è che io non ho attenzioni sul passato e non attingo ad esso per avvalorare la vita come ad un dono religioso.

Chiunque mi conosce superficialmente nemmeno può percepire che io ho avuto quest’ esperienza e non perché io la rifiuti ma perché l’ho interamente osservata, datata, localizzata e fatta andare via!!!

Quanto il Narconon è contato in questo?

Tanto, in tutta onestà, tanto. Fermo restando che alla base di un cambiamento di queste proporzioni ci va una grande decisione personale posso affermare con totale certezza che senza il livello di istruzione ricevuto al Narconon mai e poi mai avrei potuto fare alcune delle scelte che ho fatto, e non avrei avuto strumenti efficaci per pianificare la mia integrità morale.

Un grande ringraziamento alle persone che allora gestivano quella comunità e a quelle che si occupavano di amministrarla.

Un tributo particolare lo voglio dare a due persone che ora non ci sono più ma che per la mia vita sono state determinanti, un abbraccio a Meddy e Felice.

Enrico Marchesini, 2012

Si ringrazia www.imagebase.davidniblack.com per l’immagine.