Tossicodipendenza

COS’È LA TOSSICODIPENDENZA?

È una dipendenza cronica? Una malattia recidivante? È un fallimento morale? Ecco una
definizione semplice: la tossicodipendenza è una condizione caratterizzata da un’ossessiva
e costante ricerca di droghe, alcol o sostanze simili e del loro uso, nonostante le
conseguenze sociali, mentali e fisiche. Di solito, è accompagnata da dipendenza
psicologica e fisica e dalla comparsa di sintomi di astinenza, quando la sostanza che crea
dipendenza è sospesa. Quando c’è tossicodipendenza, l’uso di droga controlla l’individuo
piuttosto che sia l’individuo a controllare l’uso di droga.

Molte delle droghe illegali di oggi danno molta più assuefazione rispetto alle droghe illegali
del passato. Ci sono droghe che possono dare assuefazione dopo pochissime assunzioni.
Una persona può pensare di poterle sperimentare poche volte per poi ritrovarsi, con sua
grande sorpresa, a non poterne uscire quando vuole.

Molti farmaci creano dipendenza, in particolare quelli antidolorifici, gli psicofarmaci per la
depressione o per l’insonnia. Molta gente abuserà di questi farmaci, magari dopo un periodo
di uso legittimo e comincerà a usarli in modo ricreativo pensando che siano più sicuri, visto
che sono prescritti da un medico e di qualità controllata.

Gli adolescenti possono iniziare razziando l’armadietto dei medicinali per fare abuso di
antidolorifici, sonniferi o farmaci ansiolitici. Altri possono acquistare farmaci per strada, da
uno spacciatore che fornisce anche droghe illecite.

Quando arriva la tossicodipendenza, queste persone hanno lo stesso problema di chi usa
droghe illecite: hanno bisogno di un rifornimento costante per evitare sintomi di astinenza
intollerabili. I tossicodipendenti da farmaci possono rischiare la vita per i sintomi
dell’astinenza. In alcuni casi, la recessione dai farmaci può essere più difficile e
pericolosa di quanto non lo sia quella delle droghe di strada.

Spesso, un tossicodipendente sente che deve mantenere la sua condizione solo per sentirsi
normale o per stare al passo con la vita quotidiana o per non sembrare “drogato” agli occhi
degli altri.

La dipendenza inizia con un disagio, un problema o una qualche forma di dolore emotivo o
fisico. Questa persona è fondamentalmente buona, come la maggior parte delle persone
nella nostra società, ma incontra un problema che le sta provocando dolore fisico o emotivo,
un disagio per il quale non ha una risposta immediata. Qui abbiamo una persona che ha
incontrato un problema o un disagio e non è in grado di risolverlo.

Potrebbe anche trattarsi della difficoltà ad inserirsi a scuola, per un ragazzo o di una
separazione o un divorzio, per un adulto. Potrebbe trattarsi di un disagio fisico come una
gamba rotta, un mal di schiena o insonnia. La persona che sta vivendo un tale disagio ha un
problema. Sente questo problema come una situazione preoccupante e persistente, non
riuscendo a trovare una soluzione o un sollievo immediato.

Noi tutti abbiamo vissuto situazioni del genere, in maggiore o minor misura. La differenza
tra chi di noi diventa dipendente e chi no, in una situazione traumatica del genere, è dovuta
alla presenza di due fattori: una significativa pressione a favore delle sostanze tossiche
(farmaci, droga o alcol) esercitata da chi ha influenza su di noi (un parente, un compagno di
scuola, un’amica, un programma televisivo, un articolo di un giornale, eccetera) e l’effetto
anestetico contro il dolore o l’intorpidimento emotivo generato dai farmaci, dalle droghe o
dall’alcol che diventa una soluzione accettabile contro il disagio o il dolore.

Facendone uso, una persona si sente sollevata dalle sensazioni negative connesse al suo
problema e non appena questo sollievo si manifesta, inizia inavvertitamente ad assegnare un
valore a quella sostanza che l’ha aiutata a stare meglio. Più grande è il problema, maggiore il
disagio e maggiore sarà il valore assegnato alla sostanza. Anche se il sollievo è solo
temporaneo, la sostanza tossica è benvenuta e adottata come soluzione al problema.

Il valore assegnato alla sostanza è l’unica ragione per cui la persona ne farà uso
per una seconda, una terza volta, ecc. Oltre questo punto, è solo questione di tempo prima
che chi beve alcolici o usa sostanze tossiche perda la capacità di controllarne l’uso. Non
importa la quantità di auto controllo che una persona creda di avere: una volta abbia iniziato
ad usare regolarmente farmaci, droghe o alcol per il loro “effetto sollievo”, si trova già sulla
strada chiamata tossicodipendenza.

QUANDO COMANDA LA DIPENDENZA

Quando l’uso di droghe o alcol distrugge il suo auto controllo, il tossicodipendente comincia
a fare o a dire cose che non sono vere o giuste così da poter mascherare il suo vero
comportamento e continuare a usare droga. Alla fine, rimane intrappolato in un circolo
vizioso, mentendo sull’utilizzo della droga e persino rubando per sostenerne il consumo.
Continuando così, il tossicodipendente peggiora la situazione compiendo atti disonesti.
Ogni atto disonesto nuocerà ancora di più alla sua vita e alle sue relazioni.

Il tossicodipendente sa che queste azioni distruttive e disoneste sono sbagliate. In fondo è
una persona buona e onesta. Nel profondo, il tossicodipendente si sente in colpa dopo aver
commesso atti disonesti. Questo senso di colpa lo spinge a utilizzare ancora più droghe per
trovare sollievo. In sostanza, con ogni atto dannoso, il tossicodipendente seppellisce se
stesso in un ulteriore senso di colpa. Infine, ogni momento di sobrietà è pieno di
disperazione e di miseria. Tutto quello che vuol fare, adesso, è sfuggire a questi
sentimenti “drogandoli”.

Questo è il circolo vizioso della tossicodipendenza.

La tossicodipendenza è prevedibile.
Finirà in uno di questi tre modi: la morte, la prigione o la sobrietà.